Andrea Caretto / Raffaella Spagna

Azioni 2000 - 2006

Una mostra per un giorno, a cura di Alberto Salvadori e a.titolo, progetti per l’arte contemporanea
sede: Museo Marino Marini Piazza San Pancrazio 1, Firenze
apertura: martedì 21 giugno 2006, h. 18

Lui raccoglie erbe selvatiche sul ciglio della strada che dalla collina scende giù in città, poi in una grande piazza elegante dona ai passanti i mazzi di quelle che intitola Malerbe. Ogni mazzo è contrassegnato da un cartellino con il nome scientifico dei fiori e delle erbe. Un nome in latino che rende strana, preziosa, quasi esotica quella vegetazione tanto comune. Lei sale sui tram e sui bus della linea urbana e lancia con la fionda piccole palle di terra piene di semi di fiori selvatici. Le lancia fuori dal finestrino in direzione di aiuole, di prati di città, oltre ai muri dei giardini privati. Lancia perché il selvatico fiorisca e riprenda un po’ di spazio tra la natura costretta e coltivata. Ai viaggiatori che la guardano stupiti regala una bustina di quei fiori e spiega che si tratta di un’operazione artistica ideata nell’ambito di Big Social Game, la Biennale internazionale dedicata dalla città ai giovani artisti. Torino, estate 2002. Andrea Caretto e Raffaella Spagna non si conoscono ancora ma compiono già, singolarmente, azioni che li apparentano. È da questi due progetti individuali che fanno iniziare il percorso al Museo Marino Marini di Firenze. Qui, tra i bronzi, i legni e le terracotte del celebre scultore, ricostruiscono le tappe della loro autobiografia artistica. Con i reperti e le tracce di una ricerca fondata sull’osservazione e sull’attraversamento dei territori naturali, trasformano temporaneamente lo spazio espositivo, declinano un’idea di ospitalità basata sul dialogo, aprono nuovi punti di vista sulle opere presenti. La loro collaborazione, documentata in mostra con fotografie, video proiezioni e opere, è iniziata proprio nel 2002 con una sorta di gioco e di sfida, regolati da norme precise. Che cosa in un prato, in un bosco, sulla riva di un ruscello sappiamo ancora riconoscere come commestibile? Che cosa è buono e cosa è velenoso? Che sapore hanno le viole e qual è l’aroma di un caffè fatto di radici? Esculenta (dal latino, cose commestibili) - questo il nome del progetto - è una vasta azione di raccolta di materie naturali spontanee, condivisa con amici e curiosi. Quando le provviste sono sufficienti i due artisti preparano una cena. Cene selvatiche le loro, dove anche il sale e l’acqua per la pasta…di farina di castagne, sono stati recuperati direttamente dal mare e dalle sorgenti.
Più che a motivi di ordine ecologista, i lavori di Caretto e Spagna rispondono a un moto interno che tenta la ricostruzione del rapporto tra uomo e natura attraverso l’esperienza diretta del raccogliere, seminare, nutrirsi, “domesticare”. Interessati al confine tra selvatico e coltivato, i due artisti ne indagano le zone di confine e di scambio, recuperando in taluni casi conoscenze e pratiche antiche e perdute (come in Esculenta, 2002 e in Fibrae, 2005) o applicando modalità sperimentali (come in Esculenta –Lazzaro, 2004, un’operazione di rimessa in moto del ciclo vitale degli ortaggi acquistati nei grandi supermercati). Fondati spesso sul coinvolgimento e sulla condivisione, anche nella cornice del Museo Marino Marini i progetti dei due artisti assumono il carattere della narrazione aperta alle forme del comunicare, del dono e dello scambio con il pubblico.

Raffaella Spagna (Rivoli, 1967), laureata in Architettura e Andrea Caretto (Torino, 1970), laureato in Scienze Naturali, vivono e lavorano a Cambiano (Torino). Collaborano dal 2002. Recentemente hanno preso parte alle mostre T1 The Pantagruel Syndrome,Torino Triennale Tre Musei, al Castello di Rivoli, Museo d’Arte Contemporanea (Rivoli,Torino, 2006), a CHRONOS, il tempo nell’arte dall’epoca barocca all’età contemporanea, al CeSAC – Centro Sperimentale per le Arti Contemporanee, di Caraglio (Cuneo, 2005), a Empowerment: Cantiere Italia, al Museo d’Arte Contemporanea di Villa Croce e Villa Bombrini di Genova (2004), a Località, Critica in opera 29, alla Galleria Comunale d’Arte Contemporanea di Castel San Pietro (2003) e a How Latitudes Become Forms. Art in a global age, al Walker Art Center Minneapolis e alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo (2003). Nel 2005 hanno esposto in una mostra personale dal titolo Domesticazioni, alla Fabio Paris Art Gallery di Brescia. Hanno curato interventi e workshop tra i quali quelli a S. Anna di Bellino con il Centro Interuniversitario IRIS e a Cambiano (Torino) per Munlab, Ecomuseo dell’Argilla.

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